
sig. Mariano Roscini
Apiro (MC) 08/09/1950 | + Roma, 23/01/2025
Annuncio
La comunità salesiana di Roma - Artemide Zatti e la Circoscrizione Salesiana “Sacro Cuore” – Italia Centrale annunciano che
È ENTRATO NELLA VITA PIENA
MARIANO ROSCINI salesiano coadiutore
40 anni di professione religiosa, morto il 23 gennaio 2025 a 74 anni d’età.
I funerali saranno celebrati venerdì 24 gennaio alle ore 09,15 nella Cappella Zatti - Roma
I resti mortali attenderanno la resurrezione nel cimitero di Costacciaro (PG)
Biografia
Omelia
Carissimi confratelli, parenti, amici e conoscenti, con senso di umile gratitudine rendiamo grazie a Dio per la vita del nostro Mariano. La vita è dono di Dio. San Paolo ci ricorda che: “in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati nell’amore...ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” (Ef 1,3-10).
È significativo che mentre diamo l’estremo saluto a questo nostro fratello celebriamo il compimento del piano divino nella persona di Mariano, un compimento, ne siamo certi che ha raggiunto lo scopo perché, nonostante le immancabili fragilità umane, la grazia del Signore Gesù ha trovato nel nostro caro confratello il terreno buono e la piena collaborazione. Siamo vivendo un’intensa settimana salesiana che ci proietta nella solennità di San Giovanni Bosco, padre e maestro dei giovani. Mariano si è messo al seguito di Don Bosco, ha fatto sua la passione per Dio e per i giovani e ha scommesso tutto per l’educazione, nonostante le diverse difficoltà che nel suo cammino formativo ha incontrato.
Oggi è la festa di San Francesco di Sales, titolare e patrono della Famiglia Salesiana, protettore della nostra Congregazione (a lui Don Bosco si è ispirato fondando i salesiani). Il nostro caro Mariano sarà felice di essere accompagnato in Paradiso da San Francesco di Sales; nelle prime ore di giovedì 23 ha chiuso la sua esistenza terrena. Oggi riceve l’estremo saluto e viene introdotto nel paradiso salesiano dal santo della dolcezza e della mitezza. San Francesco è per tutti noi modello di vita e di ispirazione nel nostro impegno di consacrati apostoli: la sua costante serenità perché totalmente immerso in Dio e la dolcezza come via di santificazione personale e di impegno apostolico, sono i motivi per i quali lo invochiamo come patrono, sforzandoci di vivere la nostra vocazione e la nostra missione di oggi.
“La sapienza che viene dall’alto è pura, mite, piena di misericordia”. In contrasto, Giacomo descrive la sapienza che viene “dall’alto”, cioè da Dio, definendola con una serie di qualità. Essa è pura: moralmente e spiritualmente pura, priva di secondi fini o motivazioni impure. È dedicata alla verità e alla santità, valori oggettivi, essendo non contaminata dall’egoismo o dalla corruzione del mondo. Essa è pacifica: orientata, cioè, alla promozione della pace e della riconciliazione. Non cerca il conflitto né alimenta tensioni, ma è propositiva nel costruire ponti e risolvere dispute. Essa à mite: si manifesta nella mansuetudine e nella gentilezza. Non è aggressiva o prepotente, ma si esprime attraverso il rispetto e la considerazione degli altri. Essa è arrendevole: è disposta ad ascoltare e a prendere in considerazione le opinioni e i bisogni altrui rinunciando volontariamente “per amor di pace” anche a qualche nostro diritto. Non è rigida o ostinata, ma aperta e ragionevole. Essa è piena di misericordia e di buoni frutti: La sapienza divina non è solo teorica, dei “pii desideri” irrealizzabili, ma produce azioni concrete di amore e compassione. Chi è saggio secondo Dio mostra misericordia e aiuta il prossimo. Essa è imparziale: non discrimina né favorisce gli uni a scapito degli altri. È giusta ed equa nelle sue decisioni. Essa è sincera: la sincerità e la trasparenza per essa sono essenziali. La vera sapienza non è manipolatrice o ipocrita, ma agisce con onestà e integrità.
Questa cornice “salesiana” ci aiuta a comprendere l’esistenza di Mariano, chiamato dal Signore ad essere segno e portatore dell’amore (... della sapienza) di Dio ai giovani.
Egli era nato ad Apiro (Macerata) da papà Quinto e da mamma Maria Tiranti, l’8 settembre 1950. Al momento non ho informazioni precise sull’ambiente che l’ha generato alla vita e alla vita cristiana. Ci è facile pensare all’esempio dei genitori, ad un tessuto di vita cristiana, generosa, laboriosa e solidale, dove Dio e il pane quotidiano erano sostanza vitale che si esprimeva in una fede autentica e genuina. Un ambiente che ha aiutato Mariano ad accogliere la chiamata del Signore. Desideroso di diventare figlio di Don Bosco frequenta prima l’aspirantato di Civitanova Marche, e poi il noviziato a Lanuvio dal 1983 al 1984. Proprio il giorno del suo compleanno inizia il Noviziato e sempre nel giorno del suo compleanno emette la sua prima professione. Non avrei mai pensato di dover presiedere questa Liturgia Esequiale di un mio compagno di Noviziato: pensare che insieme abbiamo intrapreso la medesima strada, insieme abbiamo percorso i primi passi nella vita salesiana, insieme abbiamo iniziato a condividere tratti di strada! Il percorso salesiano comincia con l’entusiasmo della prima professione l’8 settembre del 1984, procede con la formazione a Nave (BS) dal 1984 al 1986; il tirocinio che svolge nella casa di Ortona (1986 – 1988). Successivamente per continuare la sua formazione in vista della Professione Perpetua come confratello coadiutore viene inviato a Verona San Zeno dal 1988 al 1990 per il post-tirocinio per confratelli coadiutori. Il 07 settembre del 1992 si dona definitivamente al Signore con la professione perpetua.
“Egregio Sig. Direttore, nel rivolgermi a Lei per una scelta importante di vita mi permetto di innalzare a DIO Padre questa preghiera: ‘O Dio onnipotente ed eterno, che vivi al di fuori dello spazio e del tempo, che non hai conosciuto nascita o tramonto o morte, io ti ringrazio per il dono gratuito della vita e anche per la libertà che hai posto in me. O Padre che riempi l’universo della tua Presenza, che sei sopra il moto delle stelle e dei pianeti, ti chiedo la grazia di appoggiare e immergere la mia esistenza in TE. Non guardare alle mie miserie e debolezze, ma tu che hai scelto i deboli e i semplici, illuminami con la tua luce affinché veda le mie scelte di vita. Per Gesù Cristo tuo Figlio. AMEN’. Troviamo questa preghiera inserita nella domanda alla Professione Perpetua e tratteggia quanto è, quanto vive, quanto desidera! Emerge nella semplicità anche il suo percorso di sofferenza, che chiama in altre Lettere di “lacerazione intime” tra missione salesiana con i giovani e la “sua passione per gli aerei”.
Penso che tutti noi che lo abbiamo conosciuto non possiamo dimenticare questa irresistibile passione per gli aerei e la mereologia. Lo sguardo sempre rivolto al “cielo”, ascoltandone suoni, rumori e intravvedendo le aerovie con una indiscussa capacità. Oppure vederlo nelle giornate di vento con l’anemometro per misurare le velocità e la pressione del vento, lì ritto in piedi e immerso nella natura. Tutto ciò sembra allontanarlo dal quotidiano, dagli impegni, dalla “passione per i giovani”, a sentirlo e percepirlo altrove. Trova difficoltà di relazione, certamente dovuta alla travagliata infanzia e adolescenza. Credo però che il nostro Maestro di Noviziato aveva invece individuato in questa originalità di Mariano un tratto caratteristico: “Grazie anche ad uno spiccato interesse per la meteorologia e aereonautica, incontra discreta simpatia tra i ragazzi”.
Caro Mariano, ora non guardi più in su, ma contempli dall’Alto quanto sempre hai desiderato. “Il buon pastore offre la vita per le pecore”. L’immagine del pastore dice un’appartenenza fortissima e importante, per una dedizione colma d'amore. Il pastore conosce le sue pecore; le pecore conoscono lui e ne intendono la voce; il pastore è pronto ad andare per dirupi affrontando grandi fatiche pur di ritrovare anche una sola sua pecora perduta. C’è un affetto profondo e un’intesa tra il pastore e il suo gregge. Ma per penetrare questo brano, bisogna porre attenzione a un fatto. Gesù non dice: Io sono paragonabile a un pastore. È ben più forte la sua parola nel dire: «Io sono il buon pastore»: il pastore per eccellenza di cui gli altri sono pallide figure, colui che nutre di sé le sue pecore per le quali non ha solo un atteggiamento di protezione. C'è ben altro: il pastore guida ai pascoli della verità che è Lui stesso, della vita che è Lui solo. E ancora: per le pecore dà in croce la sua stessa vita come prezzo che le riscatta dal male. La pagina evangelica che è stata proclamata è riferimento permanente a cui deve ispirarsi ogni salesiano nella sua dedizione apostolica, e nello stile che deve continuamente assumere alla scuola del Buon Pastore. In questo momento essa diventa quasi una parabola che racchiude tutta l’esistenza di Mariano che si è consumato per il vangelo sull’esempio di Gesù Buon Pastore.
Guardando il cammino del nostro Mariano, dopo la Professione Perpetua, notiamo che gli incarichi ricevuti sono stati vissuti nell’ottica del servizio e del lavoro fattivo per il Regno di Dio: Perugia (1992/1994), Gualdo Tadino (1994/1996), Macerata (1996/2001), Civitanova Alta (2001/2005), Terni (2005/2006), Gualdo Tadino (2006/2011), Roma Pio XI (2011/2022), Roma Sant’Artemide Zatti dal 2022 fino al giorno del suo incontro definitivo con il Signore della vita. Sempre disponibile per quanto gli veniva chiesto con umiltà e semplicità; con piena disponibilità; ha sempre cercato di essere nella verità con i suoi Superiori, facendo sottolineature, facendo emergere contraddizioni: ma sempre obbediente! La sofferenza fisica di quest’ultimo periodo, non è stata certamente semplice, progressivamente è come se si fosse “ritirato” per vivere già il “non ancora”, che desiderava e chiedeva nella preghiera.
Noi diciamo grazie al Signore per il dono che ci ha fatto nella persona di Mariano. Vogliamo custodire nel cuore ciò che lui è stato e quanto egli ci lascia come preziosa eredità...non cose, ma una vita donata in piccoli gesti e nelle pieghe ordinarie dell’esistenza di ogni giorno.
Carissimi, la vita del nostro Mariano, al di là di quanto abbiamo detto e di ciò che ancora potremo dire con riconoscenza, è raccolta tutta in Dio, nel suo Signore, che egli ha amato e ha servito con amore e fedeltà. Di ciò rendiamo grazie, ma vogliamo anche imparare, imparare ad amare e ad aver fede anche quando le fatiche della vita e le difficoltà si presentano davanti a noi, imparare a morire come ci ha insegnato negli ultimi giorni della sua vita. Le nostre Costituzioni all’art. 94 ci dicono che il ricordo dei confratelli defunti “è uno stimolo per continuare con fedeltà la nostra missione”.
Mariano è l’ultimo anello di questa preziosa catena che da una parte ci lega alla patria celeste, dall’altra ci tiene uniti perché non ci stanchiamo nell’impegno di servire i nostri fratelli con passione, dedizione e sacrificio. Amore chiama amore... la sua vita donata ha bisogno di qualcuno che prenda il testimone. Vogliamo pregare il Signore perché il posto di Mariano non rimanga vuoto... pregare perché giovani generosi rispondano alla chiamata del Signore per essere salesiani a servizio dei giovani. Mariano dal cielo farà la sua parte, ma la nostra collaborazione è importante con la preghiera, l’esempio e l’impegno perché la risposta avvenga e sia totale, generosa e gioiosa.
Esprimo la vicinanza più affettuosa ai parenti qui presenti, ora, dal cielo, continuerà a starvi vicino con la protezione e la preghiera. Ringrazio Don Luigi e tutta la comunità di Roma – Sant’Artemide Zatti, insieme alle Suore e al personale della casa, per la cura amorevole, continua e paziente nei confronti di Mariano, nell’ultimo tratto della sua vita e nel periodo passato in questa Comunità. Ringrazio quanti lo hanno visitato e hanno contribuito a sollevarlo nelle fatiche e nelle difficoltà. Il Signore vi ricompensi come sa fare lui.
A quanti hanno conosciuto Mariano il compito di custodire nel cuore tutto il bene che hanno ricevuto e di farlo fruttificare nella propria vita. A tutti noi che stiamo vivendo questa celebrazione esequiale l’augurio che, sull’esempio di Mariano, possiamo imparare a donare con gioia la nostra vita ai fratelli, sull’esempio dei Santi della Famiglia Salesiana, in particolare di quelli che stiamo festeggiando in questo mese. Amen.