
sig. Alessandro Mariotti
* Malonno, 17/09/1934 | + Roma, 06/10/2025
Annuncio
Biografia
Alessandro Mariotti nasce a Malonno il 17 settembre 1934. Frequenta l’aspirantato a Torino Rebaudengo ed entra in noviziato a Chieri Villa Moglia nel 1952-53. Il 16 agosto 1953 emette la sua prima professione. Nel 1956 viene trasferito a Roma San Tarcisio dove per due anni avrà il compito di sagrestano e guida presso le catacombe di San Callisto. Nel 1958 ritorna a Torino Rebaudengo e inizia l’attività di segretario dell’istituto di Psicologia dell’Ateneo Pontificio Salesiano nella Ispettoria Centrale. Il 27 giugno 1959 emette la sua professione perpetua nella Chiesa del Sacro Cuore a Roma dove si trasferisce. Da settembre 1973 è a Genova Sampierdarena, dove vivrà per 15 anni seguendo il centro di orientamento psicologico, come segretario. Da settembre 1988 è inviato a Varazze come infermiere, specializzandosi nell’accompagnamento dei malati e dedicandosi all’assistenza degli anziani dell’infermeria. Nel settembre 1991 viene trasferito ad Alassio in qualità di segretario delle scuole. Ad Alassio passerà gli ultimi 33 anni della sua vita, fino a quando la malattia suggerisce di trasferirlo, nell’agosto del 2024, presso la casa di Roma Sant’Artemide Zatti per assicurargli le adeguate cure. Il sig. Alessandro muore all’alba di Domenica 5 ottobre, all’età di 91 anni.
Omelia
Nel brano del Vangelo di Matteo 11,25-30, Gesù si rivolge in modo particolare ai “piccoli”, a coloro che la società spesso mette da parte o guarda con indifferenza. Egli si presenta come mite e umile di cuore, accessibile a tutti, soprattutto a chi porta il peso della vita e si sente schiacciato da regole troppo dure, da una religiosità che rischia di diventare pesante e distante. Proprio questi “piccoli”, che potremmo oggi chiamare i semplici, gli umili, sono coloro che accolgono con cuore aperto il suo messaggio. Sono persone che, nel silenzio e nella fatica di ogni giorno, sanno riconoscere la presenza di Dio, anche quando tutto sembra buio.
Gesù ringrazia e benedice il Padre perché ha scelto di rivelare i suoi misteri non ai sapienti o ai potenti, ma a chi si affida con fiducia, a chi vive la propria fede con semplicità. In questa sua preghiera traspare una profonda fiducia: Gesù riconosce che anche nei momenti di insuccesso, quando la sua parola sembra non essere ascoltata da tutti, Dio è comunque all’opera. C’è uno sguardo di speranza che va oltre le apparenze e riconosce che, anche nelle difficoltà, la mano di Dio accompagna la vita di ciascuno.
Questo atteggiamento di Gesù ci invita, soprattutto in un momento di commiato come questo, a rivolgere uno sguardo fiducioso alla vita, anche quando ci sembra segnata dal dolore, dalla perdita, dalla fragilità. Gesù ci mostra che Dio è vicino a chi soffre, a chi è stanco, a chi si sente solo. Il suo invito è chiaro: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Non promette una vita senza fatica, ma una presenza che consola, una forza interiore che permette di andare avanti.
Nella celebrazione esequiale, queste parole diventano un messaggio di speranza: il Signore accoglie tra le sue braccia chi ha vissuto con umiltà, chi si è affidato a Lui anche nella prova. Ogni vita, anche la più nascosta o silenziosa, ha un valore immenso agli occhi di Dio. Siamo tutti figli amati dello stesso Padre, chiamati a riconoscere la sua presenza nelle pieghe della nostra esistenza, certi che Lui non abbandona nessuno, ma accompagna ognuno verso la luce della sua pace.
Seguendo l’esempio di Gesù, impariamo a benedire e a riconoscere la presenza di Dio anche nei momenti più difficili, certi che il suo amore non viene mai meno e che ai “piccoli”, a chi si affida con cuore semplice, è riservata una particolare tenerezza. Questa è la consolazione alla quale ci aggrappiamo oggi: nelle mani del Padre, il nostro caro sig. Alessandro trova finalmente riposo e pace, dopo una lunga vita al servizio dei giovani e della Congregazione salesiana.
Alessandro Mariotti nasce a Malonno, un piccolo paese della Val Camonica in provincia di Brescia, il 17 settembre 1934 da papà Bortolo e da mamma Domenica Bianchi. Alessandro è il quarto figlio della coppia dei genitori e ha quattro fratelli e tre sorelle. Il papà è muratore e la mamma casalinga.
Frequenta l’aspirantato a Torino Rebaudengo e nel 1952 ottiene il Diploma di licenza d’avviamento industriale nella sezione calzolai per poi entrare in noviziato a Chieri Villa Moglia nell’anno 1952-53. Alla conclusione dell’anno di noviziato, nella richiesta di essere ammesso alla prima professione il sig. Alessandro scrive: “Mia ferma volontà è di consacrarmi a Dio per sempre con i voti perpetui. Tuttavia, per assecondare quanto prescrivono le nostre Costituzioni, chiedo di fare i S. Voti per tre anni. Conosco i gravi doveri che con l’emissione dei S. Voti mi assumo e conosco pure la mia debolezza. Diffidando però assolutamente di me stesso, e sicuro invece che con l’aiuto di Dio e di Maria SS. Ausiliatrice li potrò compiere fedelmente fino al termine dei miei giorni, li abbraccio con generosità. Chiedo di fare i voti: per consacrarmi totalmente ed irrevocabilmente a Dio; e per mezzo di questa consacrazione, tendere alla santificazione dell’anima mia. E, se a Dio piacerà servirsi di me per tale scopo: per la salvezza della gioventù e per essere missionario”.
Il 16 agosto 1953 emette la sua prima professione nella Congregazione salesiana. Nell’ammissione alla professione religiosa Alessandro viene presentato come un ragazzo di “salute buona, pietà buona, capacità buona.. carattere felice”
Dopo la prima professione rimane nell’aspirantato missionario per coadiutori a Torino Rebaudengo nella Ispettoria Centrale per il corso di Magistero.
Nel 1956 viene trasferito a Roma San Tarcisio dove per due anni avrà il compito di sagrestano e guida presso le catacombe di San Callisto. Nel 1958 ritorna a Torino Rebaudengo dove sta vedendo la luce l’Ateneo Pontificio Salesiano nella Ispettoria Centrale e il sig. Alessandro è inserito nella comunità della Facoltà di Filosofia e Pedagogia e inizia l’attività come segretario dell’istituto di Psicologia. In questo periodo si prepara alla professione perpetua, i suoi formatori lo descrivono “buono, servizievole, attaccato al suo lavoro con la tendenza in alcuni casi a scoraggiarsi”. Nella sua domanda di ammissione alla professione perpetua, il sig. Alessandro scrive: “Diffidando di me, ma sicuro dell’aiuto di Dio e della Madonna in aiuto alla mia fedeltà, faccio liberamente domanda perché possa fare i voti perpetui”. Il 27 giugno 1959 emette la sua professione perpetua nella Chiesa del Sacro Cuore a Roma e intanto nello stesso anno insieme al Pontificio Ateneo Salesiano si trasferisce a Roma, in una prima fase al Sacro Cuore e successivamente nella nuova sede di Roma Salario. Al PAS, durante i 14 anni di permanenza sarà segretario dell’Istituto di Psicologia e del centro di orientamento psicologico, inserito nella comunità Gesù Maestro.
Nel settembre 1973 lascerà Roma per essere trasferito a Genova Sampierdarena, dove vivrà per 15 anni seguendo anche qui il centro di orientamento psicologico, come segretario e con altri compiti specifici. Nel settembre 1988 verrà inviato a Varazze come infermiere, specializzandosi nell’accompagnamento dei malati presso in centro ortopedico e fisioterapico di Lanzo d’Intelvi (Como) dove si tratterrà per qualche tempo apprendendo quelle nozioni infermieristiche di base atte a consentirgli di dedicarsi all’assistenza degli anziani dell’infermeria di Varazze. A Varazze svolgerà questo suo incarico dal 1988 al 1991.
Nel settembre 1991 viene trasferito ad Alassio in qualità di segretario delle scuole e con altri compiti nella comunità. Ad Alassio passerà gli ultimi 33 anni della sua vita fino a quando la malattia suggerisce di trasferirlo, nell’agosto del 2024, presso la casa di Roma Sant’Artemide Zatti per assicurargli le adeguate cure. Il sig. Alessandro muore all’alba di Domenica 5 ottobre, all’età di 91 anni, è l’alba del giorno del Signore, quel Signore che lo accoglie con le braccia aperte nel Paradiso salesiano.