
La Consulta di Pastorale Giovanile ICC si è aperta nel pomeriggio tra valigie, saluti e abbracci. Gli arrivi al Centro di Spiritualità Il Carmelo non rappresentano solo un momento logistico, ma il primo segno di un corpo ispettoriale radunato dalla chiamata a “costruire insieme una casa per molti”.
Preghiera iniziale e centralità dei giovani
Alle 17.30, la preghiera iniziale ha posto subito al centro il Signore e i volti dei giovani affidati alla cura delle comunità. La Parola, il silenzio e alcuni gesti semplici hanno ricordato che non esiste vera progettazione pastorale senza un cuore in ascolto dello Spirito.

Relazione di don José Miguel Núñez: la CEP come scuola dell’anima
Alle 18.00 si è tenuta la relazione di don José Miguel Núñez, sdb, dal titolo:
“Fare delle nostre CEP case che vivono relazioni autentiche, radicate in Cristo, e scelgono il primo annuncio a tutti i giovani come priorità”.
Il suo intervento ha delineato con lucidità e passione il profilo della Comunità Educativo-Pastorale (CEP) come mediazione storica della missione salesiana: una vera “scuola dell’anima”. È il luogo in cui si coltiva il cuore, dove amministrazione e procedure non soffocano la relazione educativa e ogni giovane può essere raggiunto da un clima di familiarità, fiducia e corresponsabilità.
Educare è, infatti, prima di tutto un’impresa del cuore: una scuola della non indifferenza, dove si custodiscono le persone attraverso relazioni fondate sulla cura, sull’ascolto, sulla gentilezza e sulla capacità di generare processi partecipativi e sinodali.
La seconda grande sottolineatura è quella di una comunità credente radicata in Cristo. L’educatore salesiano è chiamato anzitutto a lasciarsi evangelizzare: solo così l’annuncio diventa credibile e capace di toccare la vita reale dei ragazzi, immersi nelle sfide di un mondo segnato da indifferenza religiosa e frammentazione.
Infine, don José ha ricordato la priorità del primo annuncio, il kerygma semplice e potente che dice a ogni giovane:
“Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per te, e ora è vivo al tuo fianco”.

Veglia di preghiera e memoria missionaria
La veglia di preghiera ha permesso di raccogliere quanto ascoltato e consegnarlo al Signore: la CEP, i volti dei giovani, i cammini comunitari, le fatiche e le speranze.
Durante la buonanotte, aperta dall’Ispettore e condivisa con l’animatore missionario e il futuro sacerdote don Anthony Panmei, si è fatta memoria dell’anniversario della prima spedizione missionaria, avvenuta 150 anni fa.
La missione e la vocazione sono sorelle: l’una non si dà senza l’altra. Cerca la missione e troverai una chiamata; cerca chi sei e troverai per chi sei! E se davanti a questa strada ci scopriamo fragili, il caro don Anthony ha offerto un’immagine significativa: siamo reti, magari con qualche buco, ma nelle mani di Dio che ci getta e sempre ci ripara, attraverso i nostri fratelli.
Con questa consapevolezza grata e condivisa, la Consulta ha concluso il suo primo giorno.
