Published On: 15 Maggio 2025

In ogni parte del mondo il rapporto di Papa Francesco con i giovani è stato sempre intenso, cordiale, travolgente e ricambiato con lo stesso slancio, sincerità, passione. A loro ha rivolto molte attenzioni, molto tempo, molti discorsi. Di questi discorsi, pronunciati in tutti gli angoli del mondo, sono state fatte raccolte in diverse lingue. Qui ci riferiamo ad una pubblicazione di poche settimane fa, a cura del salesiano don Francesco Macrì, della quale riportiamo alcuni stralci della presentazione.

 

Con la vivacità e immediatezza di una lingua “parlata”, non cattedratica, non professorale, con l’utilizzo di immagini suggestive, fantasiose e di espressioni gergali proprio dei nativi digitali, con il frequente ricorso all’espediente dell’improvvisazione e della forma dialogata, con le reiterazioni di alcune espressioni particolarmente significative sottolineate dagli evocati applausi del pubblico, papa Francesco riesce a sintonizzarsi immediatamente con i suoi giovani ascoltatori, a catturare la loro attenzione e il loro interesse, a far vibrare il loro animo, ad accendere un appassionato atteggiamento di ascolto e di coinvolgimento.

Ma c’è un altro importante registro comunicativo che fa sì che questi discorsi raggiungano il loro obiettivo. Papa Francesco comunica anche con il linguaggio del suo corpo, con la sua espressione facciale popolana e bonaria, con la sua risata spontanea e senza remore, con i gesti mimetici delle sue mani, persino del pollice, con il suo porsi affettuoso, amichevole, comprensivo, con i suoi calorosi abbracci dati e ricevuti, con i suoi ammiccamenti, con il suo muoversi dondolante da nonno, con la sua calda e spontanea empatia che annulla le distanze del suo altissimo ruolo, della sua esclusiva funzione di capo della Chiesa cattolica.

Ovviamente la forza dell’efficacia di questi discorsi non consiste, né dipende solo da queste formule e tecnicalità comunicative. Sarebbe come svilire il papa ad un semplice attore, ad un prestigiatore e manipolatore di folle, ad un comiziante da avanspettacolo televisivo. Esse sono semplicemente un supporto, uno strumento (un medium) con il quale vengono veicolati contenuti importanti, originali, profondi e sono proprio questi contenuti la ragione per cui questi discorsi meritano di essere conosciuti, studiati, diffusi e sono anche il motivo per cui sono riproposti con questo volume.

Papa Francesco, pur senza soffermarsi ed insistere con sottili ragionamenti filosofici e teologici, senza ricorrere ad un linguaggio specialistico, che tanto piacerebbe agli intellettuali da salotto, coglie con immediatezza e senza tergiversazioni e sofismi la radice profonda dei problemi, disvela la loro importanza, fa nascere l’esigenza di studiarli per trovare la soluzione, anche inconsciamente, auspicata.

I giovani senza forzature vengono sollecitati ad assumersi le responsabilità che li riguardano.

In alternativa ai “miti” della cultura narcisistica, consumistica, mercantile, “liquida” vengono loro proposte “mete” vere e significative come la gratuità, il servizio, l’impegno, il sacrificio, la pace, la giustizia, la legalità, la solidarietà, il rispetto della natura.

Vengono incoraggiati ad assecondare la forza del bene, a proiettarsi in avanti verso gli ultimi, a passare dal semplice “perché” al “perché no?”, a scendere dal divano, a non stare al balcone guardando pigramente scorrere la vita, ad osare commisurando i mezzi al fine, a “perdere la propria vita” per le classi marginali, tra queste gli anziani, per ritrovarla intera ed accresciuta, a recuperare la dimensione interiore attraverso un dialogo aperto e costante con Dio, a porre Cristo al centro dei loro interessi, a non costruire muri ma viceversa ponti tra le persone anche se differenti per appartenenza sociale, culturale etnica, religiosa.

Viene loro ricordato che, in un tempo di solitudine, di incomunicabilità, di infedeltà, di incoerenza, di opportunismo, di demagogia devono impegnarsi per far prevalere i valori che danno solidità e giustificazione alla vita.

Vengono sollecitati a gridare il loro dissenso e la loro protesta di fronte allo sfruttamento sconsiderato di madre natura. Vengono invitati a “provocare” con il loro entusiasmo e slancio vitale la Chiesa istituzionale perché abbandoni lentezze, visioni anacronistiche, attaccamento al potere, chiusure, pregiudizi e guardi invece con gli occhi penetranti di Dio il mondo che ha di fronte, il futuro del regno di Dio.

Superando vecchi clichés, che vorrebbero fare ripiegare la vita di fede nell’ambito esclusivo e privato della propria coscienza, la pratica religiosa in una pratica di divieti, di censure, di repressioni, di negazioni, presenta il volto attraente di una religione positiva, fatta di grandi prospettive aperte sul mondo, che collabora con gli uomini di buona volontà a risolvere i problemi concreti della società, di una religione che si riferisce a Dio ma, appunto per questo, non si dimentica degli uomini, di tutti gli uomini senza distinzione, suoi figli, di una religione come di una meravigliosa avventura meritevole di essere vissuta fino in fondo per portare a compimento la grandezza unica, esclusiva irripetibile di ogni singolo uomo e per costruire la società dell’amore di cui parlava Paolo VI.

Di fronte alle grandi contraddizioni, messe in opera dagli adulti, papa Francesco fa una grande scommessa ma senza forzature, senza velleitarismi giovanilistici, senza furbesche adulazioni: ripartire dai giovani per ricostruire il lacerato tessuto umano, sociale, culturale, per accendere una rinnovata speranza di futuro in un mondo che rischia di soccombere sotto il peso delle distorsioni dei sistemi economici capitalistici e ecologici. Per rendere il mondo più vivibile, più solidale, più coeso, più aperto. E per ricostituire una Chiesa che sia povera e per i poveri, più vicina alle beatitudini evangeliche, segno inequivocabile e senza macchie della presenza di Dio.

Fondazione CNOS-FAP ETS, 301 pagine.

Il libro è scaricabile gratuitamente qui.