
La giornata conclusiva dell’Assemblea Ispettoriale di quest’anno ha visto il convergere a San Tarcisio dei giovani del meeting MGS e i salesiani e i laici corresponsabili delle Comunità Educativo Pastorali dell’Italia Centrale, intorno ai tavoli sinodali che si sono confrontati su tre temi:
- UNA FEDE CHE ORIENTA E DÀ VITA “Costruire relazioni autentiche a partire da Cristo nelle nostre CEP”
- SANTITÀ NELLA SPIRITUALITÀ SALESIANA “L’impegno delle nostre CEP per una crescita integrale e missionaria dei giovani”
- IMPEGNO CONCRETO E RESPONSABILE “Il ruolo attivo dei giovani nella società, nella Chiesa e nella CEP locale”
Abbiamo raggiunto don Daniele Merlini, il Vicario del Superiore, per chiedergli:
Come sta andando questa giornata di tavoli sinodali da qui a San Tarcisio? Come è stata pensata?
Il pensiero è stato quello di mettere insieme (il che non è scontato e anche le occasioni non sono tante) i giovani del Movimento Giovanile Salesiano, radunati per il Meeting, e l’Assemblea Ispettoriale di Salesiani dell’Italia Centrale, che raccoglie salesiani e laici collaboratori in prima linea con le nostre case.
Mi sembra di poter dire che questo è un incontro quasi unico, perché è vero che accade, speriamo, nelle nostre opere, ma a livello ispettoriale non si era mai realizzato una occasione in cui si siano messe insieme generazioni diverse, prospettive diverse di vedere la realtà delle nostre opere per camminare insieme sempre di più, per raggiungere quella sintonia che ci permette di realizzare la missione della Chiesa, la missione salesiana. Ecco, questo penso sia l’obiettivo che ci siamo dati per questa giornata.
Nel pomeriggio si realizzerà il pellegrinaggio giubilare verso la Porta Santa a San Paolo fuori le Mura. Un segno eloquente…
Importante il segno del camminare fisicamente insieme: è proprio il senso del pellegrinaggio, un cammino che in ogni opera deve fare e che può essere anche un po’ faticoso certe volte, può avere tempi e modi diversi, perché i giovani faranno meno fatica, più anziani (forse) un po’ di più. Ma son anche questi gli aspetti che ci aiutano a crescere come comunità educativa pastorale, soprattutto nell’accoglienza reciproca.
Insomma, una bella opportunità perché il nostro cammino sia più di famiglia, ovvero come dev’essere.