Published On: 29 Settembre 2025

Ieri 28 settembre Marco Santini, sdb è diventato salesiano per sempre.

La professione Perpetua, presieduta dall’Ispettore don Roberto Colameo, ha visto giovani, familiari, la comunità in cui è cresciuto e tanti confratelli raccolti attorno a Marco per rendere lode al Signore che con tenerezza e fiducia non si stanca di chiamare alla vita consacrata salesiana.

Riportiamo di seguito una breve intervista fatta a Marco al termine della Celebrazione.

Marco, come è nata la tua chiamata a diventare salesiano? C’è stato un momento o un incontro particolare che ti ha acceso questo desiderio?

Raccontare tutta la storia in poche righe non è semplice ma posso dire che il momento che ha fatto scattare la scintilla sono state le parole di don Pascual Chavez (era Rettor Maggiore) nel salutare i giovani al SYM Italia del 2013 quando disse “bruciate la vostra vita per i giovani” ecco i quell’istante si è acceso in me qualcosa che mi ha spinto poi nell’intraprendere il cammino di diventare salesiano.

Durante il tuo percorso di formazione, quale esperienza ti ha dato più certezza che questa fosse davvero la tua strada?

Il periodo del Tirocinio nonostante le sue fatiche, li ho maturato la consapevolezza che questa era la mia strada.

Cosa significa per te, oggi, vivere i voti di povertà, castità e obbedienza per i giovani? E quale parte del carisma di Don Bosco senti più urgente?

Per me è sentirmi amato da Dio per quello che sono attraverso la mia piena libertà nel vivere i tre voti (povertà, castità e obbedienza). L’aspetto più urgente, secondo me, è cercarli come faceva don Bosco e farli sentire che sono amati.

Che consiglio daresti a un giovane che si sente disorientato e cerca la sua strada per essere felice?

Di fidarsi e affidarsi alle persone che gli dimostrano del bene. Perché è attraverso gli incontri che Dio si rende presente nella nostra vita.

Quali sogni e speranze affidi al Signore per il tuo futuro da salesiano? E a chi va il tuo grazie più grande in questo giorno?

I sogni e le speranze sono quelli di avere sempre una certa attenzione alle povertà dei giovani.

Il grazie più grande va a don Bosco, sembra scontato, ma se non avesse creduto a quel sogno fatto a nove anni… oggi io non avrei potuto professare questo “si” al Signore, per i giovani.