
Durante la nostra esperienza missionaria estiva qui ad Alessandria d’Egitto ci è stato richiesto di insegnare Italiano al corso estivo tenuto dalla scuola, in preparazione al nuovo anno scolastico. Questa esperienza, oltre a darci l’opportunità di conoscere da vicino i ragazzi con cui creare relazioni, ci ha anche dato la possibilità di collaborare con gli interpreti che ci hanno aiutato con la lingua e nel lavoro in classe. Sono anch’essi dei ragazzi poco più piccoli di noi, ex allievi della scuola, che hanno concluso il percorso con il massimo dei voti e che fin da subito hanno dato la loro disponibilità, dimostrandosi compagni fondamentali in questo percorso intrapreso insieme.
È stato bello scoprire che questa relazione non si è limitata ai banchi di scuola, ma ha fatto nascere dentro di noi la voglia di conoscerci meglio anche al di fuori di essa. Da questo desiderio comune è nata l’idea di organizzare un’uscita insieme tra le vie della città. Siamo partiti proprio dalla terrazza della scuola che ci ha permesso di vedere dall’alto tutta la città che ormai da tre settimane stiamo vivendo quotidianamente. Ci siamo addentrati per i vicoli della città, che ci hanno avvolti con i loro odori, colori e suoni, fino ad arrivare alla piazza adiacente alla stazione dei treni che è la seconda stazione più antica del mondo dopo quella di Londra.
Da lì è partito il nostro itinerario composto di varie tappe che si snodavano attraverso la via del profeta Daniele, nella quale emergevano resti archeologici delle civiltà antiche che hanno scritto la lunga storia della città. Come prima tappa abbiamo visitato la moschea che prende il nome dall’omonima strada. Non appena arrivati alla soglia del cancello i ragazzi che erano con noi hanno invitato le ragazze ad indossare il velo. Per tutti noi, questa è stata la prima visita a una moschea, un’esperienza che ha suscitato molta curiosità, accompagnata però da un certo imbarazzo. Temevamo, infatti, di poter mancare di rispetto al culto dei nostri nuovi amici, e questo timore si è riflesso in un atteggiamento un po’ impacciato. Un momento particolarmente significativo è stato quello in cui abbiamo indossato il velo: un gesto per noi inusuale, che abbiamo cercato di compiere con il massimo rispetto, consapevoli dell’importanza che riveste in quel contesto. Dopo aver tolto le scarpe, siamo stati accompagnati in un’area della moschea chiusa al pubblico per la sua sacralità, che contiene la tomba del profeta Daniele e i resti di una moschea antica.
Appena risaliti, è risuonato il richiamo per la preghiera, così ci siamo accomodati nel fondo della stanza e abbiamo avuto il privilegio di assistere alla preghiera rituale. È stata un’esperienza molto arricchente resa ancora più significativa dal successivo momento di condivisione, in cui ci siamo raccontati reciprocamente il nostro modo di vivere la religione e di percepire quella dell’altro.
La strada ci ha portato poi in prossimità del Consolato Italiano dove abbiamo sentito un po’ l’aria di casa e un iniziale brontolio allo stomaco. I ragazzi, allora, ci hanno proposto di sederci ai pub, dove li abbiamo seguiti curiosi di vivere una tipica serata alessandrina tra amici della nostra età. Fin da subito abbiamo notato qualche piccola differenza rispetto a quello a cui eravamo abituati. Una delle prime cose che ci ha colpito è stata la scelta del posto dove sederci: invece di decidere in base al tipo di cibo, abbiamo scelto semplicemente il luogo che ci sembrava migliore per stare insieme. Questo è stato possibile perché ognuno era libero di ordinare ciò che preferiva, anche da locali diversi, ma poi potevamo comunque mangiare tutti insieme nello stesso posto. Noi abbiamo deciso di affidarci ai suggerimenti degli ex allievi che ci hanno proposto di assaggiare un piatto molto diffuso tra le persone del posto, le crepes con la shawarma. Durante l’attesa del pasto, ci siamo immersi in un’attività molto comune qui in Egitto: giocare con le pedine del domino, e con le stesse ci siamo resi conto di quanti giochi diversi siamo riusciti a fare. Questo momento ci ha aiutato a creare un legame ancora più forte con i nostri nuovi amici.
Abbiamo riso, scherzato e ci siamo sentiti parte integrante di uno stesso gruppo nonostante le differenze che ognuno di noi si portava dietro e che sono diventate motivo di ricchezza e mai di divario. Questo momento ci ha aiutato a creare un legame ancora più forte con i nostri nuovi amici. Il rientro a casa è stato arricchito dal fascino dei resti del teatro greco-romano e da scorci della città che ancora non avevamo visto. Ritornati in cortile i ragazzi ci hanno regalato delle monete egiziane come ricordo dell’esperienza vissuta insieme e, dopo la promessa di rivederci per un’altra serata simile da passare in loro compagnia, ci siamo dati la buonanotte.
Mariagrazia e Davide