Published On: 7 Settembre 2025

In cammino insieme, giovani, salesiani, laici corresponsabili della missione e gruppi della Famiglia Salesiana nel pomeriggio di sabato 6 settembre, verso la Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura. Un pellegrinaggio che si è snodato dalle Catacombe lungo la via delle Sette Chiese.

 

Incontriamo Diletta Ferri, Segretaria uscente della Consulta del Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Centrale.

Giovani in cammino, che passano la Porta Santa insieme a tutta la Famiglia Salesiana. Qual è l’emozione che ti porti dentro e quale – a tuo giudizio – il valore aggiunto di questa esperienza?

È stato sicuramente è molto bello camminare insieme fisicamente nello spostarci da San Tarcisio a San Paolo, ma ancor più sapendo di averlo già fatto camminato insieme prima nella preparazione e nei tavoli sinodali. Mi sembra di poter dire che abbiamo prima camminato “da seduti” e poi anche “con i piedi”. Passare la Porta Santa insieme, vivere questo pellegrinaggio nell’anno giubilare è la degna conclusione del cammino di quest’anno e di tante esperienze che abbiamo vissuto. Penso soprattutto ai giovani che hanno vissuto già il Giubileo dei Giovani e hanno attraversato la Porta Santa: oggi si trovano a passarla di nuovo con tutta la propria Ispettoria, con i salesiani che li accompagnano giorno per giorno. È veramente affidare e chiedere di continuare a camminare insieme nelle proprie comunità dopo un’esperienza così grande.

Quali prospettive di cammino per il Movimento Giovanile Salesiano, carico dell’esperienza fatta? Quali sono le piste per le quali continuare a crescere?

Sicuramente questo evento apre un anno che per l’MGS vuole essere di cammino sinodale nel vero senso della parola. Tutti gli spunti che sono emersi in questi giorni dai tavoli sinodali come dalle riflessioni del biennio saranno ripresi dai singoli comitati dalle zone e nelle assemblee, nei vari eventi, proprio perché si possa a cascata arrivare alle singole realtà locali, solo così potrà essere un cammino che porta novità, a partire dal confronto e dalla familiarità tra giovani e adulti, che intrecciano esperienze diverse.

 

Dietro le quinte della realizzazione del Meeting MGS, oltre ai giovani della Consulta ci sono suor Valeria Bologna, suor Barbara Noto, Consigliere per la PG della IRO e della ILS, e don Andrea Lupi, delegato di Pastorale Giovanile, che abbiamo raggiunto all’indomani di questa bella esperienza del pellegrinaggio come Famiglia Salesiana e come Movimento Giovanile Salesiano.

A lui chiediamo quali siano le prospettive di cammino per i nostri giovani.

Credo che la prospettiva più bella di cammino sia custodire la certezza che sia possibile essere casa solo se siamo insieme, se ci si vuol davvero bene, se ci si conosce. Per amarsi e costruire una casa ci vuole tempo, pazienza, ma soprattutto conoscenza reciproca; da qui nascono la stima e la condivisione che permettono agli adulti di rinnovare il “perché” e il “per chi” del loro servizio e ai giovani di guardare negli adulti una prospettiva che davvero permetta di sviluppare il loro protagonismo.

Un cammino che si intreccia con questo Anno Santo Giubilare…

Tutto questo incontrarsi, ovviamente, entra non nello sfondo, ma nel cuore del Giubileo che, come ispettoria e come territori abbiamo vissuto in questi giorni insieme. Il che dice che camminare insieme, conoscerci, fare casa è possibile solo se la meta e il compagno del nostro camminare è Cristo Buon Pastore che abbiamo incontrato, come la via, la verità, la vita. La porta attraversata proprio ieri a San Paolo fuori le Mura, la Basilica Maggiore che è stata scelta perché custodisce i resti mortali dell’evangelizzatore per eccellenza, di Paolo, il primo missionario del Vangelo, di colui che non ha temuto di declinare ai lontani il primo annuncio, che è Cristo Gesù. Da Lui anche noi desideriamo ripartire tornando nelle nostre case, facendo tesoro del metodo delle conversazioni spirituali, che ci assicura di continuare il cammino di comunione e di servizio nelle nostre case

Ne approfitto per chiederti anche un bilancio del Meeting del Movimento Giovanile Salesiano, esperienza di incontro, che ormai da vari anni è tradizione per i nostri giovani.

Sicuramente un meeting originale e straordinario! I giovani hanno vissuto il loro consueto incontrarsi non centrandosi tanto sulla proposta pastorale dell’anno (che sarà sviluppata nelle assemblee di zona), quanto sul lancio di un tempo sinodale. Con la Segreteria e la Consulta abbiamo valorizzato quest’anno l’ascolto dei giovani e la condivisione, per poter poi toccare i comitati, le zone e le case. Tante domande sono quelle che sono sorte in questi giorni: cosa significa davvero abitare una casa, diventare adulti dentro una casa nello spirito salesiano, entrare in comunione con la Chiesa? Un aspetto importante che mi pare di poter sottolineare rispetto al primo annuncio è certamente quello di custodire e rilanciare gli itinerari di educazione alla fede, senza dimenticare i giovani più distanti da tanti processi del MGS, che le nostre attività ordinarie non sempre riescono ad intercettare.