La visita alla cittadella de Il Cairo, detta di Saladino, una
fortezza del 1180 d.C. è stata costruita, ci dicono, a protezione contro i
crociati. Qui il primo contatto con una delle più grandi moschee dell'Egitto,
quella di Muhammad Ali Pascià, costruita fra il 1828 e il 1848. Considerato il
padre fondatore dell'Egitto moderno, questo capo militare albanese fece
costruire questa moschea come luogo di preghiera e come tomba una volta morto.
L'impatto con la moschea è sempre affascinante: via le scarpe, capo e collo coperto
per le donne, immensi tappeti coprono tutto il pavimento, la direzione verso La
Mecca, pulpiti enormi e grandiosi da dove viene proclamata e spiegata la parola
di Maometto scritta nel Corano, la comitiva di ben dieci donne vestite con il
niqab, il tipico disordine che rompe un po' la sacralità del luogo. All'esterno
una bella vista spaziosa su tutta la città de Il Cairo. Il pressante e
onnipresente inquinamento della città non ci ha permesso però di avere una
vista nitida.
Poi è stata la volta di un giro per Il Cairo vecchia, culla
della cristianità copta egiziana. La visita alla chiese di San Giorgio, che
conserva secondo la tradizione il rifugio della Sacra Famiglia durante la fuga
in Egitto, la chiesa sospesa di El Moallaqa, chiamata così poiché poggia letteralmente
su due torri di epoca romana, intitolata alla Vergine Maria, la sinagoga di Ben
Ezra, venerata come la più antica sinagoga del Cairo, che secondo la tradizione
sorge dove il piccolo Mosè fu ritrovato dopo essere stato messo sul Nilo. Tutto
questo è stato come leggere parti della Sacra Scrittura non su un libro, ma
toccando e guardando luoghi e persone.
Una visita dove la religiosità fa da protagonista. Il popolo
egiziano è stato protagonista della storia sacra di tutte le religioni
monoteiste. Qui Dio, lodato e pregato in tre modalità diverse, ha segnato e
guidato popoli e culture. I luoghi visitati non sono solo mura, ma sono una
testimonianza viva di ciò che Dio ha fatto e di come l'uomo ha risposto.
don Luca Pellicciotta, sdb