Ancora due interviste con Salesiani da poco tempo ordinati: uno Diacono e un altro Sacerdote.
Li
abbiamo trovati ormai immersi nel ministero “estivo”.
Don Stefano Casu, Diacono
Diaconato: una tappa, non definitiva, nell’essere
Salesiano di Don Bosco. Quale il significato specifico di questo momento ?
Pensare
all' Ordine del Diaconato richiama immediatamente al momento successivo dell' Ordinazione
presbiteriale: molti ragazzi infatti desideravano conoscere già la data del 'successivo
appuntamento'. Ma il Diaconato richiama un valore che deve rimanere sempre,
nella coscienza del credente che Dio ha chiamato all'Ordine.
In
fondo una delle immagini più suggestive che i Vangeli ci
restituiscono è cogliere Gesù mentre soccorre l'uomo piegandosi e
servendolo. Questo mi aiuta a non essere in attesa del Presbiterato, ma
in ascolto del maestro che ancora oggi si piega a soccorrere l'uomo; a me
rimane solo l'impegno di lasciarmi toccare dal suo agire affinché possa fare
altrettanto.
Una tappa è sempre un traguardo che fa seguito ad altre tappe. Con uno sguardo al passato, cosa ti viene in mente ?
Nella
vita spirituale voltarsi indietro, guardando al passato, è
estremamente utile per ringraziare il Signore dei benefici ricevuti e
aumentare la consapevolezza della strada fatta insieme a Lui. Quindi poca
nostalgia, ma grande gratitudine con tanta voglia di recuperare il tempo che
spesso mi ha visto lontano dal Signore?!
Secondo te nella vita sociale ed ecclesiale oggi, specie da parte di un giovane e di un cristiano in genere, l’essere nella dimensione del servizio, quale caratteristica specifica può o deve avere ?
La
dinamica del servizio ci spalanca le porte al cuore della gente, è
profondamente vero quel detto che recita così: 'la carità disarma'. Servire il
prossimo e i giovani nel nostro caso, riduce le distanze, abbassa le
barriere e lascia lo spazio ad un 'dialogo' fatto di gesti e di silenzi.
Nel mondo d'oggi ci sono molte persone che hanno idee bellissime sulle nuove strategie per favorire una pastorale di carità, ma penso che la gente ha bisogno di vedere gesti di carità più che programmazioni rigorose e puntuali, questo in primis da noi inseriti nella Chiesa come 'pastori del gregge.'
Don Vittorio Cunsolo, Presbitero
Trascorsi ormai i primi
giorni dopo l’ Ordinazione: quale è lo stato d’animo ? Quali primi sentimenti
possono essere condivisi ?
I primi sentimenti...
Tanta riconoscenza a Dio per ciò che di bello e grande ha compiuto, compie e
compirà. Una continua sorpresa per le meraviglie e delicatezze di cui
continuamente ci circonda. Penso non basterà una vita per cantare il
Magnificat.
E poi tanti ricordi nella
mente e sentirsi in felice 'debito' d'amore verso tutta la grande Famiglia
Salesiana: i confratelli che in questi anni sono stati padri nella fede,
testimoni e guide; i compagni di formazione, fratelli e amici con cui
condividere gioie e difficoltà; le sorelle Figlie di Maria Ausiliatrice che con
le loro preghiere e la vicinanza sento che sostengono il ministero; i giovani,
figli e fratellini cari, che continuamente bussano e ti chiedono di dargli
Gesù.
I giovani che ti hanno contattato dopo l’Ordinazione cosa hanno chiesto a te
come Salesiano Sacerdote ?
Chiedono Gesù: la Sua
Parola di conforto, il Suo perdono, una Parola di speranza e gioia. La sfida è
quella di mettere sempre più da parte sé per far crescere Lui.
Ripercorrendo con la memoria i tuoi anni di formazione iniziale già
trascorsi: che cosa ritieni che sia stato più rilevante e significativo per la
preparazione al Sacerdozio ordinato?
Ringrazio le tante
mediazioni di Dio incontrate in questi anni: guide spirituali, confessori,
formatori, confratelli che con la loro testimonianza mi hanno insegnato a
vivere. La bella fraternità vissuta con tanti confratelli penso sia stata
fondamentale per la mia formazione: momenti di confronto, consigli,
condivisioni, pregare l'un l'altro. E poi i giovani che non si accontentano e
ti stimolano: cercano un padre, maestro ed amico, vogliono che gli dai Gesù e
non li inganni, hanno fiuto.
Tornando al giorno della Ordinazione: che cosa ti ha fatto più piacere ?
Sentirsi abbracciato da tutta la Chiesa, vedere che è lei ad accompagnarti
all'altare: luogo del sacrificio, della donazione, dell'incontro nuziale con
Cristo. Sentire le parole “la santa Madre Chiesa chiede che questi nostri
fratelli siano ordinati presbiteri” mi ha rasserenato perché è la Chiesa che ti
ha scelto e preparato per questo ministero. E questo è garanzia che la Chiesa
continuerà ad essere madre: sostenendo con l'affetto e le preghiere di tanti
fratelli e sorelle sia in terra sia in Cielo. Dentro convivono sentimenti di
stupore per ciò che di grande sei chiamato a vivere e di piccolezza per ciò che
sai di essere.