Alla santa messa,
che ha aperto una grande giornata di festa con tantissima gente, oltre a don
Gigi erano presenti don Armando Zappolini, presidente del CNCA (Coordinamento
Nazionale delle Comunità di Accoglienza, una federazione che consocia oltre
mille realtà presenti sul territorio nazionale), don Giorgio Eschini, parroco
di Nostra Signora di Fatima di Corea, don Gino Franchi, parroco della Seton ed
il diacono Fulvio Falleni. Monsignor Simone Giusti ha portato il suo saluto a
nome di tutta la diocesi ricordando come la nuova struttura sarà un punto di
riferimento importante per il prezioso e delicato servizio che andrà a
svolgere.
Ma per chi non lo sapesse ancora, cos’è il Ce.I.S. e cosa
ha fatto e sta facendo? A questa domanda ha risposto, in
maniera semplice, don Gigi durante l’omelia
della festa di Cristo Re, partendo dall’insegnamento evangelico che il potere è
servizio. E di servizio per gli altri, in particolare gli ultimi e i più
bisognosi, ne ha fatto parecchio il Ce.I.S. (Centro Italiano di solidarietà)
dal 1977, anno di fondazione, ad oggi. Zero soldi, tanto coraggio e un gruppo
di amici pronto a calarsi in un’avventura faticosa, all'apparenza impossibile,
ma che sarebbe diventata fantastica. Le prime esperienze, le prime radici,
furono con i ragazzi legati alla tossicodipendenza e al disagio. Il luogo,
Salviano, il sostegno del vescovo di allora monsignor Alberto Ablondi ed il
sensibile aiuto del parroco don Emilio Trotta, in stretta collaborazione con
gli operatori dei servizi pubblici e delle circoscrizioni, che sorgevano
proprio in quel tempo. Nel 1990 nasce la realtà dei Tre Ponti, per accogliere e
prendersi cura dei malati di Aids in stato terminale, privi di assistenza
familiare. Insieme a loro sono stati accolti anche i giovani in reinserimento
sociale dopo la comunità terapeutica per tossicodipendenze. La forma è quella
della casa famiglia, per un numero limitato di persone. I ragazzi vengono
accolti, aiutati e quando poi “mettono le ali” devono spiccare il volo, andare
via, inserirsi nella vita e nella società.
Le altre comunità
del Ce.I.S. sono a Valle Benedetta, a Parrana San Martino, a Calambrone, a
Stagno, in via del Seminario, in via Pellegrini. A Salviano nasce “Todo Modo”,
un centro di aggregazione giovanile. Sono migliaia i giovani accolti in queste
comunità in quasi 40 anni di lavoro, ed in prevalenza toscani. Tanti sono
riusciti a farcela. La maggior parte rimette le ali e riprende il volo. Altri
purtroppo no.
Dal 2000 il Ce.I.S.
Tre Ponti cambia finalità perché cambiano le richieste. Le accoglienze si rivolgono agli immigrati,
ai giovani in grave disagio sociale e che non possono essere assistiti
dall’ente pubblico, come singoli o come nuclei familiari. Lo spirito, però, non
cambia, resta quello della famiglia e della piena e totale gratuità. Le risorse
economiche sono a carico dei soci volontari, dei sostenitori e della
provvidenza. Già, la provvidenza. Don
Gigi, da buon salesiano, fa spesso riferimento a questa parola, secondo
l’insegnamento di don Bosco.
La provvidenza si
manifesta attraverso le donazioni, il 5x1000 delle denunce dei redditi, le
piccole, piccolissime generosità che messe insieme aiutano ad andare avanti. E
riscaldano il cuore così come le testimonianze di chi è passato attraverso
l’esperienza del Ce.I.S. e ce l’ha fatta. Ha rimesso le ali, è tornato a
volare. Qualche lacrima scende giù, l’emozione è forte ma è bello rendersi
conto e capire che la bella storia continua.
(a cura di Aldo Della Nina)