Speranza per il futuro

Intervista a don Fabio Bianchini, delegato CNOS-FAP Abruzzo

La presenza salesiana a L’Aquila non ha mai cessato la sua attività, anche se fortemente ridotta a seguito del terremoto. Ha dovuto adattarsi con fatica alla carenza di strutture: i ragazzi e i giovani hanno sofferto perché a seguito del terremoto per lungo tempo hanno visto venire meno l’Oratorio.  Finalmente quegli ambienti hanno ripreso vita, grazie anche alle collaborazioni e agli interventi di privati che hanno permesso la ristrutturazione dell’edificio.

E poi il Centro di Formazione Professionale, che subisce spesso (e non solo in Abruzzo) i contraccolpi delle situazioni amministrative – politiche delle Istituzioni civili. Con caparbietà i Salesiani che si sono succeduti a L’ Aquila negli ultimi anni continuamente hanno continuato a guardare a questo impegno educativo.  Si può dire che la formazione professionale, gestita dal CNOS-FAP (l’associazione dei Salesiani che coordina e gestisce la formazione professionale), sembra continuare a esistere con speranza di futuro.

Ne abbiamo parlato con Don Fabio Bianchini, che ora si trova a L’ Aquila, dopo precedenti esperienze nel Lazio e in Liguria, e che ha in mano la situazione sia per la sede di L’ Aquila sia per quella di Ortona.

 

Qual è lo stato della formazione professionale e del CNOS-FAP in Abruzzo?

La situazione già da diversi anni è molto difficile e complessa, sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista gestionale come anche per il fatto che la Regione Abruzzo finanzia pochissimi corsi, soprattutto di quelli per ragazzi.

Già da anni il CNOS-FAP Abruzzo vive in uno stato di sofferenza dovuto a tutti questi fattori. Tutto ciò ha portato a prendere delle decisioni dolorose come quella di ridurre i centri (con la chiusura del centro di Vasto), di ridurre il personale dipendente che non era più possibile coprire dal punto di vista economico, come anche quella di rivedere l’intera impostazione dell’ente.

Molte di queste problematiche si trascinavano da tanti anni e a volte sono state affrontate senza tenere presente il quadro completo della situazione e comunque questo trascinarsi ha causato nel tempo un grosso squilibrio soprattutto di ordine finanziario.

Hai riscontrato delle analogie tra Abruzzo, Lazio e Liguria?

Ogni regione purtroppo in Italia è un mondo a se stante, per cui ognuna ha una sua storia, una sua impostazione e - soprattutto nella formazione professionale, che al momento è competenza esclusiva delle regioni - questo influisce moltissimo. La grossa differenza che colpisce è il fatto che la regione Abruzzo, pur avendo indici di abbandono scolastico e di disoccupazione giovanile alti, finanzia soltanto quattro nuovi percorsi triennali di istruzione e formazione professionale l’anno (uno per ogni provincia), mentre le altre regioni nelle quali sono stato ne finanziano molti di più. Mentre una caratteristica comune a queste regioni, e da quello che so anche a molte altre, è il fatto che paghino con ritardi estremamente alti rispetto ai tempi previsti nelle convenzioni dei corsi.

Al momento, quali corsi sono attivi? Al momento abbiamo cinque percorsi triennali di istruzione e formazione professionale (tre all’Aquila e due ad Ortona), di cui due appena iniziati, uno ad Ortona e uno all’Aquila. Questo ci consola perché nelle due provincie dove siamo presenti come CNOS-FAP Abruzzo abbiamo praticamente il 100% dell’attività di istruzione e formazione professionale regionale. Stiamo inoltre lavorando su un altro progetto finanziato con “Garanzia Giovani” dove ci auguriamo di ottenere altri due percorsi triennali, uno ad Ortona e uno all’Aquila; se così fosse, rispetto agli ultimi anni, potremmo aver quasi raddoppiato l’attività di istruzione e formazione professionale. Ma oltre all’attività di IeFP (istruzione e formazione professionale), che è quella che ci sta più a cuore come salesiani perché si rivolge a giovani dai 14 ai 18 anni, abbiamo altre attività, come alcuni corsi per occupati, altri per giovani tirocinanti, corsi per operatore socio-sanitario ed altre attività “a catalogo” che sono in procinto di partire. Infine, abbiamo buone possibilità di poter partecipare con entrambi i centri alla sperimentazione nazionale del nuovo “sistema duale” che prevede una prima fase di orientamento e poi delle fasi di formazione/inserimento lavorativo, il tutto con fondi stanziati dal Ministero del Lavoro.

Con il meccanismo del finanziamento di un solo corso ogni anno per provincia era inevitabile il ridimensionamento di una delle due sedi nel chietino?

Certo, proprio il fatto che la regione da tempo finanzi solo un corso per ogni provincia (anzi, ci sono stati anche alcuni anni senza corsi) ha portato a fare inevitabilmente delle scelte per cui non era più possibile mantenere due centri nella provincia di Chieti. Pertanto negli scorsi anni è stato deciso di chiudere la sede di Vasto, ed ora il CNOS-FAP Abruzzo opera soltanto sulle due sedi dell’Aquila e di Ortona.

Nei mesi scorsi si era sentito parlare di liquidazione del CNOS-FAP Abruzzo, ora qual è la situazione?

Si, si era parlato di liquidazione dell’ente perché la situazione, soprattutto quella finanziaria, era estremamente complessa e delicata e sembrava che con il finanziamento di un solo corso l’anno da parte della regione queste difficoltà fossero destinate ad aumentare. Anche il numero dei dipendenti era sproporzionato rispetto all’attività finanziata, per cui sono state fatte delle operazioni di snellimento del personale ed anche di riduzione dell’esposizione bancaria. Questo anche col sostegno dell’Ispettoria Salesiana Italia Centrale (Sacro Cuore) e della Sede Nazionale CNOS-FAP. Pertanto, dall’analisi della situazione fatta in questi mesi, posso dire che ormai la gestione ordinaria dell’attività si sostiene abbondantemente, mentre stiamo cercando di mettere in atto una serie di accorgimenti tesi al risanamento di alcune situazioni pregresse. Posso però affermare che sommariamente, ad oggi, i crediti che il CNOS-FAP Abruzzo vanta (dei quali circa il 90% sono verso la regione Abruzzo) sono quasi equivalenti all’esposizione bancaria, per cui ora a mio parere gli obiettivi principali sono: fare una pressante azione politica verso la regione per il finanziamento dell’attività e per uno snellimento delle procedure burocratiche e quindi la velocizzazione dei pagamenti. Questo è il lavoro che soprattutto io dovrò fare in quanto delegato regionale del CNOS-FAP, cioè delegato a rappresentare il Presidente della Federazione Nazionale CNOS-FAP nelle istituzioni.

Che futuro prevedi per il CNOS-FAP Abruzzo?

Fare una previsione in queste situazioni è sempre difficile, però posso dire che avendo già vissuto in altre realtà in difficoltà e vedendo l’attuale situazione del CNOS-FAP Abruzzo mi sento di essere un po’ ottimista sul suo futuro, soprattutto per il fatto – e a volte ce lo dimentichiamo – che al centro del nostro lavoro, anche di quello “burocratico” e “politico” ci sono sempre i ragazzi e, posso affermarlo con dati alla mano, nei nostri centri ci sono veramente quelli “più poveri e abbandonati”, che approdano al CFP come all’ultima spiaggia per il loro futuro, cioè i ragazzi di Don Bosco, e perciò sono sicuro che anche in Abruzzo Don Bosco penserà a questi suoi ragazzi.

 

 

 
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