L'impronta di Don Bosco
L’impronta
personale di Don Bosco diede forma all’Oratorio e la sua prassi
divenne il criterio preventivo applicato negli anni:- da
un’iniziale lezione di catechismo alla presenza-partecipazione
nella vita del giovane, con la cura delle sue necessità, dei suoi
problemi e delle sue opportunità;
- da un
oratorio festivo a «tempo limitato» a una casa a «tempo pieno »
che si prolunga nel corso della settimana con contatti personali e
attività complementari;
- da un
insegnamento di contenuti catechistici ad un programma
educativo-pastorale integrale, il Sistema Preventivo;
- da
alcuni servizi pensati per i giovani a una presenza familiare degli
educatori in mezzo ai giovani, nelle attività ludiche e nelle
proposte religiose;
- da
un’istituzione referenziale agli adulti ad una comunità di vita
con i giovani, di partecipazione giovanile, di convivenza aperta a
tutti;
- dal
primato del programma al primato della persona e delle relazioni
interpersonali;
- da una
parrocchia, incentrata attorno al culto e alla devozione,
all’impulso missionario di una comunità giovanile che si apre ai
giovani che non la conoscono né trovano in quella parrocchia alcun
riferimento.