Il
nostro approccio ai giovani a rischio è attento a:
avvicinarsi,
interessarsi e conoscere la situazione dei giovani, condividendo i
loro interessi nel loro mondo e nei loro spazi vitali, accogliendoli
incondizionatamente dall'inizio;- realizzare
interventi pertinenti per la ristrutturazione/recupero personale dei
giovani, aiutandoli a riconoscersi per poi offrire loro la
possibilità di riparare e ricondurre in modo positivo la propria
vita (coltivando gli adeguati atteggiamenti di una sana relazione
con se stessi e con gli altri);
- conoscere
il loro mondo religioso, per offrire esperienze che stimolino fin
dall’inizio la crescita della loro dimensione spirituale e li
aiutino ad assimilare personalmente valori educativi, religiosi
ed evangelici;
- aiutarli
a scoprire e a sperimentare la presenza amorevole e paterna di
Dio nella propria vita, creando le condizioni per un colloquio
personale, paziente, fiducioso e confidenziale;
- lavorare
su piccoli impegni per arrivare alle maggiori responsabilità.
La stessa partecipazione dei giovani negli atti e nelle celebrazioni
civili del territorio, con esperienze di gruppo e solidali, li
conduce gradualmente ad impegni più stabili.
- promuovere
ambienti aperti, che offrano un’ampia gamma di possibilità ed
iniziative, specialmente attività di socializzazione note ai
linguaggi giovanili quali la musica, il teatro, lo sport, l’arte,
le gite naturalistiche, le nuove TIC (Tecnologie dell'informazione e
della comunicazione), dove ognuno è valorizzato nelle sue qualità.
- Pianificare
“strategie sinergiche”, capaci di far convergere nella stessa
direzione gli apporti dei diversi attori sociali: il quartiere o
territorio circostante; le istituzioni, entità o gruppi; le
interrelazioni umane dove i fenomeni di esclusione e le situazioni
di crisi si verificano.