La
scelta di campo salesiana per i giovani più poveri ci chiama a
guardare la realtà e ad interpretarla dal punto di vista loro. La povertà e l'esclusione crescono ogni giorno fino ad assumere una dimensione tragica: è una povertà che ferisce individui e comunità, specialmente i giovani, fino a diventare realtà strutturale e globale di vita. Il nostro modello è il Buon Samaritano, “cuore che vede” e che salva.Evangelizzare
ed educare nei contesti di disagio significa accogliere,
ridare la parola, aiutare a ritrovare se stessi, accompagnare
con pazienza lungo un cammino di recupero di valori e di fiducia.
Questa scelta determinante è parte essenziale della spiritualità
salesiana, che professa la forza redentrice della carità pastorale e
proclama il desiderio e la determinazione di “salvare” coloro che
sono da tutti abbandonati. È
un amore che si esprime in risposte agili ed immediate di fronte al
disagio giovanile, un amore che s’impegna a dare vita e speranza.
Questo originario compito della Chiesa e della Congregazione è
il nucleo dell’annuncio di Cristo.
L’opzione
preferenziale per i giovani, soprattutto
per i più poveri,
ci conduce agli ambienti
popolari,
in cui essi vivono. Negli ambienti popolari siamo chiamati a portare
uno spirito di famiglia e di comprensione con il contatto quotidiano
della nostra azione apostolica.
Per approfondire: