La cerimonia ha emozionato i moltissimi presenti,
soprattutto i giovani dell’Oratorio che non hanno mai distratto la loro
attenzione rispetto a questa inusuale funzione. Suggestivo sicuramente il
momento in cui la moglie di Ivano, Claudia, lo ha aiutato ad indossare i
paramenti da Diacono e quello in cui Ivano ha confermato la sua fiducia nelle
mani del Vescovo Mons. Calogero.
Strettamente legato al Vescovo, il diacono permanente può
amministrare il Battesimo, distribuire la Comunione, presiedere le esequie.
Inoltre è un «dispensatore della carità», come lo definiscono i vescovi
italiani ovvero anima servizi di carità di vario genere.
E’ dal 2009 che nella diocesi di Savona non vengono ordinati
diaconi permanenti ma per leggere correttamente questa presenza nella Chiesa
non dobbiamo associarla al ridursi delle vocazioni alla vita consacrata. Si
tratta di un ruolo distinto, frutto di un lungo discernimento; non si tratta
nemmeno del desiderio di una nuova etichetta che giustifichi gli impegni portati
avanti nella comunità ma è la risposta ad una chiamata del Signore che ti
chiede di occupare un posto preciso nella sua Chiesa. Il diaconato permanente, infatti,
è un ministero «della soglia» in quanto chi lo svolge è chiamato a stare fra il
mondo e il sacro. Ecco perché nella Chiesa “in uscita”, cara a papa Francesco,
il diacono può giocare un ruolo chiave.
"Continuerò a servire i giovani che il Signore mi vorrà
affidare – integra Ivano – secondo il carisma di don Bosco come ho fatto in
tutti questi anni nell’Oratorio don Bosco di Varazze. Penso che la comunità dei
primi cristiani fosse proprio cosi: padri di famiglia, lavoratori, uomini di
buona volontà che sentendosi amati da Cristo sentivano il bisogno di servirlo
in quanti incontravano nella loro quotidianità. Sento che il mio diaconato è la
maturazione di un percorso, come lo è per i ragazzi dell’Oratorio quando
diventano adulti ma agli occhi del Signore conta la verità del nostro cuore,
quella con cui lui ci ha accolti nel Battesimo".