Non si fermano gli aiuti per i profughi ucraini. Nell'Oratorio Salesiano don Bosco, della parrocchia San Francesco D’Assisi di Terni,
è stato creato un corso di lingua italiana ad hoc per offrire
la possibilità agli ucraini
che si trovano
in città di comunicare senza bisogno del mediatore linguistico. Ad insegnare non sono solo professori, ma anche e soprattutto studenti delle scuole superiori, che hanno risposto
immediatamente all'appello dei sacerdoti della parrocchia.
Il progetto, realizzato in collaborazione con i
servizi sociali del comune di
Terni, è nato dall’iniziativa dei Salesiani, che all’arrivo dei profughi hanno proposto ad alcuni ragazzi dell’oratorio di dare
vita ad una piccola scuola per l’insegnamento
dell’italiano. All'invito c'è stata una risposta immediata a dimostrazione del grande cuore dei ragazzi. Immediatamente sono state formate
tre classi rivolte a bambini,
adolescenti e adulti (questi ultimi sono seguiti
da professori dei licei e delle scuole medie).
Gli studenti più giovani,
una trentina in tutto, fin dall'inizio hanno dimostrato particolare attenzione e voglia di apprendere
la lingua italiana. Molto
seguiti i giovani professori “in erba” che la mattina siedono sui banchi di scuola come
studenti. “Molti dei più piccoli non conoscevano l’alfabeto - dice Anna –
quindi abbiamo dovuto insegnare loro le singole
lettere, disegnando oggetti alla lavagna
che potessero essere collegati”. Grande soddisfazione per la facilità e voglia
di apprendere è stata dimostrata soprattutto dai più
piccoli. “Questa esperienza – continuano Benedetta e Chiara
- ci
ha messo di fronte
a delle chiare difficoltà perché non ci era mai accaduto di insegnare la nostra
lingua. Non sapevamo se saremmo state all'altezza, essendo consapevoli delle difficoltà dell'insegnamento, che sicuramente avrebbero potuto essere maggiori a causa del loro vissuto. Tuttavia ci siamo sciolte
dopo poco, aiutate dall'interesse dimostrato da
questi studenti ucraini”. Dello stesso
parere Benedetta. “È
stato molto complesso – evidenzia - anche perché ci stava molto a cuore cercare
di farli sentire
il più possibile
a loro agio e, in un certo senso, di
far trascorrere loro qualche
ora in spensieratezza”. Difficilmente
chi ha
vissuto e visto gli orrori della
guerra ed è fuggito dal suo Paese riesce ad essere sereno perché l'anima è davvero ferita e continua a sanguinare a migliaia chilometri di distanza. Eppure durante le lezioni il clima è apparso disteso anche
nel gruppo degli adolescenti. “Malgrado
questi studenti – spiega Piergiorgio – si siano improvvisamente trovati ad affrontare e apprendere una lingua diversa
si sono messi nelle mani dei giovani professori, stabilendo un ottimo rapporto”. “L'obiettivo di questo corso non è solo quello di insegnare
loro l'italiano, ma anche – conclude Alessandro – di stringere
nuove amicizie”. Inoltre sono state organizzate anche delle passeggiate per le vie del centro e al parco de 'La Passeggiata' per far scoprire loro la città dove ora vivono. I più piccoli,
terminata la lezione d’italiano, si trasferiscono nel campetto dell’oratorio e
danno vita al gioco condiviso con altri bambini e ragazzi. E’ davvero bello e
rasserenante vederli sorridere, aiutarli a liberarsi dai ricordi di ciò che
hanno visto e sentito lasciando il loro paese. La pace può fiorire grazie a
questa generosa accoglienza, fatta di piccoli gesti e di tempo donato.
Vittorio Monarca