Questi nostri fratelli, morti al peccato e rinati a vita
nuova mediante il Battesimo, si offrono definitivamente a Dio con la
professione perpetua, per vivere la grazia battesimale con maggior pienezza e
radicalità.
Mi sembra che queste righe esprimano bene ed in breve il senso della celebrazione che abbiamo vissuto sabato 28 agosto nella Basilica di san Giovanni Bosco a Roma.
La pienezza e la radicalità. Sono parole importanti, che ci
mettono di fronte a qualcosa di grande e di impegnativo; alla loro origine c’è
la consapevolezza di essere figli di un Padre che ama e chiama ciascuno per nome
ed indica la strada da seguire per poter fare della propria vita un dono per
gli altri.
Ed è come figli che Gabriele Maria, Anthony, Matteo e Paolo
si sono presentati di fronte al Signore, con la veste bianca come nel giorno
del loro Battesimo, per riprendere quell’alleanza e riconfermarla con la loro
voce, per rispondere in maniera definitiva e solenne alla sua consacrazione e
al suo mistero di amore, attraverso la Chiesa.
La pienezza è quella di chi sa di aver ricevuto tanto ed altrettanto è chiamato a dare, di chi vuole vivere senza accontentarsi, sapendo che la vita è anzitutto una missione e va vissuta puntando in alto, di chi si sente chiamato a donarsi per un carisma che è vivo nella Chiesa, ascoltando il grido dei giovani e provando a fare del sogno di don Bosco la nostra realtà.
La radicalità vuol dire anzitutto aver capito che l’obbedienza, la povertà e la castità sono consigli per raggiungere la felicità vera che assumono il loro senso pieno in Gesù Cristo, e che farne pubblicamente un voto non vuol dire privarsi di aspetti fondamentali della propria vita, ma mettere la libertà di decidere della propria esistenza, il bisogno di amare e la spinta a possedere a servizio di un progetto, che è quello apostolico dei Salesiani di don Bosco.
Quest’anno, in modo inedito, abbiamo celebrato le professioni perpetue alla fine dell’Assemblea ispettoriale, che è la più grande convocazione di salesiani e laici della nostra Ispettoria, e mi è parso bello che alle porte del nuovo anno, in un momento che è anche di progettazione e programmazione, questa grande festa ci abbia ricordato che tutto quello che viviamo quotidianamente in ogni nostra casa è possibile solo grazie alla generosità di quanti mettono la propria vita al servizio di Dio con il carisma di don Bosco, testimoniando, specialmente ai giovani, che Dio esiste e il suo amore può colmare una vita.
Augusto Cifola SDB