Ci siamo subito resi conto che un surrogato non sarebbe
stato possibile, ma che forse eravamo chiamati a camminare su una strada nuova,
un’opportunità che questo tempo ci offriva e che non era da sprecare.
Speranza è la parola che è risuonata nel cuore di ognuno ed
il desiderio di riaccenderla tramite un cammino semplice, fatto di preghiera e
una provocazione forte, ha messo insieme i pezzi di un puzzle che ha iniziato a
prendere forma sotto i nostri occhi domenica 29, Prima Domenica d’Avvento,
tramite la voce autorevole di don Pascual Chávez.
E quale provocazione migliore che quella di iniziare a
tirare le somme di quello che il Covid ci ha insegnato finora e continua ad
insegnare in un orizzonte di Speranza, finestra all’interno del quale l’Avvento
assume il suo vero significato?
Osservare che la vita è prevalsa, nella consapevolezza che
non siamo immortali, riscoprire la necessità di progettare un nuovo futuro
ripartendo da un sempre più invocato cambiamento sociale nell’orizzonte di un
vero rispetto dei diritti umani.
Ecco a cosa ci ha richiamato don Chávez con il suo
linguaggio semplice, ma capace di interpellarci in modo impellente, ecco cosa,
come MGS IC, mediteremo in questo tempo di Avvento nelle prossime domeniche con
la preghiera del rosario per concludere, come abbiamo iniziato, con un pensiero
di buona notte di Chávez la quarta domenica di Avvento.
Se, come Chávez ci ha ricordato, l’Avvento è il tempo per
nutrire la nostra nostalgia di Dio, questo cammino che iniziamo a vivere non
potrà che prepararci come giovani della famiglia salesiana a colmare questo
vuoto con la Speranza della nascita del Redentore che viene ogni giorno e che,
ogni giorno, ci salva.
Francesca Palatta, Roma Pio XI
Fonte: www.spaziomgs.com